Buongiorno,
sono il docente di arte e immagine assegnato dall’algoritmo ministeriale alla Sua scuola.
Desidero informarLa che non prenderò servizio, sono consapevole che ciò equivale ad una rinuncia, ma dopo la breve telefonata con la sua segretaria, la quale mi ha informato che avrei dovuto fare la presa di servizio già munito del vergognoso Green Pass e questo prima ancora di diventare un dipendente del MIUR e della sua scuola (contrariamente a quanto previsto dall’attuale normativa) sono ancora più persuaso della mia scelta, se così si può definire una scelta estorta tramite un ricatto.
Perché di ricatto si tratta, in qualsiasi modo la si pensi sull’attuale pandemia e sulla vaccinazione sperimentale in corso, dato che costringe il lavoratore ad accettare la violazione del proprio corpo pur di non perdere il lavoro, ma il lavoro è una necessità alla quale solo pochi privilegiati come gli influencer e i celebri virologi televisivi possono sottrarsi.
Un ricatto odioso, lesivo della dignità della persona e della libertà individuale, il fatto che questo ricatto sia perpetrato “a norma di legge” e ad opera dello Stato, non lo rende meno vergognoso, ma io non intendo piegare la testa, non solo verrei meno ai miei principi, ma diventeri un pagliaccio e un ipocrita agli occhi dei tanti alunni che ho avuto nel corso del mio lavoro, alunni ai quali ho sempre ripetuto parole che per me hanno un altissimo significato, anche se per la maggioranza dei miei colleghi sono ormai parole vuote e insignificanti, inclusione, solidarietà, libertà, empatia e democrazia.
Sarei molto più ipocrita dei politicanti non eletti da nessuno che oggi si permettono di imporre leggi criminali, di istigare all’odio sociale, alla violenza e al disprezzo verso chi ha opinioni diverse da loro e soprattutto verso chi, a differenza dei tanti interessati che sparano sentenze a reti unificate e sempre senza offrire alcun contraddittorio, non ha nulla da guadagnarci.
Non starò a fare inutili polemiche, so bene che i dirigenti scolastici si trovano tra l’incudine e il martello, il ministero li ha posti in prima linea, ma senza un adeguato equipaggiamento, un po’ come i nostri soldati nella Campagna di Russia, ma a differenza di quei poveri ragazzi che furono mandati al macello e che non ebbero altra scelta, pena la fucilazione, i nostri dirigenti scolastici avrebbero potuto scegliere, invece hanno deciso diversamente, hanno scelto l’ignavia, lo scorso anno si sono assunti responsabilità spettanti a personale medico obbligando adulti e bambini a mascherine, igienizzanti e distanziamenti, quest’anno scelgono di prendersi responsabilità spettanti le forze dell’ordine imponendo controlli, lasciapassare e sospensioni, dividendo in buoni e cattivi, bullizzando docenti e alunni.
Questo però non li giustifica e non mi esime dal condannare e duramente chi si è prestato all’obbedienza di ordini iniqui e discriminatori, se la storia ha insegnato qualcosa, e mai avrei pensato che in realtà non ha evidentemente insegnato nulla, è che l’obbedienza e la fede cieca, non risparmiano dalla condanna e spero che sia la storia che i tribunali facciano altrettanto, Adolf Eichmann venne giustiziato nel 1962, molti anni dopo le azioni commesse nei ghetti di Praga e Vienna, ed era solo un funzionario.
Sono al quatrodicesimo anno di precariato, per cui non m’illudo più e già da diverso tempo di rincorrere la messa in ruolo, non m’interessa, dopo aver fatto sostegno per più di un decennio, lo scorso anno scolastico sono stato costretto a insegnare la mia materia, vale a dire arte, quella per cui avevo studiato e investito denari, poiché “la ministra” Azzolina, quella dei fantomatici banchi a rotelle, che meglio avrebbe fatto a fare il ministro dei trasporti, almeno avrebbe risolto i problemi della mobilità sostenibile… bastava infatti dotarli di motore elettrico per ottenere dei mezzi più sicuri dei monopattini; ebbene la suddetta ministra da un giorno all’altro ha modificato i requisiti per accedere ai concorsi, infischiandosene dei sindacati e soprattutto dei lavoratori, e io con 13 anni d’esperienza in classe e sui ragazzi, sono rimasto fuori da ogni possibilità di concorrere per un ruolo.
Prima di codesto ministro, una supplenza su sostegno corrispondeva alla supplenza sulla propria materia, ovvero il servizio prestato veniva considerato servizio specifico, dopo l’Azzolina non più, occorre almeno un anno di servizio specifico sulla propria materia, altrimenti niente concorso.
Adesso che finalmente sono in possesso del requisito, il neoministro Bianchi, modifica ancora una volta i requisiti di accesso ai concorsi, e gli anni di servizio specifico richiesti, ora diventano tre, il servizio su sostegno, come al solito non vale nulla, corrisponde a puro volontariato, perché secondo i nostri ministri, l’unico insegnante di sostegno valido è quello specializzato, come se l’aver ottenuto una specializzazione, che può arrivare a costare fino seimila euro, è sinonimo di serietà e abnegazione, se fosse vera questa equazione, non avrei visto tanti colleghi “specializzati” o di ruolo, trascorrere mattinate intere a trastullarsi lasciando gli alunni davanti ad un distributore automatico di bibite e merendine, o a passeggiare per i corridoi, o ancora abbandonati davanti a un PC a visionare per ore e ore il medesimo cartone animato.
E dire che dopo la prima supplenza, accettata con tante remore, il sostegno mi ha appassionato, l’aiutare ragazzi disabili mi ha arricchito e appagato come non avrei mai nemmeno immaginato, fino allo scorso anno non avevo mai accettato altre supplenze che non fossero su sostegno, ai miei alunni rimango legato per tutta la vita perché so che mi vorranno sempre bene, come d’altronde gliene vorrò io. Ho sempre trascorso con loro anche le ore buche che nei miei orari erano sempre abbondanti, perdevo treni e occasioni di svago o di tornare nella mia casa, da mia moglie, solo perché loro avevano bisogno di me e io di loro, mia moglie è nella mia medesima condizione, anche lei si occupa di sostegno, per fortuna, e può comprendere quali legami si creano con i ragazzi, altrimenti avrebbe già chiesto la separazione, un marito che va allo stadio, al pub con gli amici e trascura la consorte, forse sarebbe perdonabile, ma uno che non ha orario per stare con i suoi alunni, è solo un pazzo.
Custodisco gelosamente tutti i loro bigliettini e le lettere di ringraziamento delle famiglie, lo Stato invece ha dispensato solo calci nel sedere e ogni anno mi vedo scavalcato da neolaureati senza alcuna esperienza ai quali in classe, devo poi fare da cane da guardia, perché non riescono a gestire in alcun modo gli alunni e finirebbero inghiottiti nel vortice creato da aeroplani di carta, grida e quaderni volanti, oppure filmati a loro insaputa e pubblicati sui social come degli zimbelli, a far fare figure meschine all’intera categoria dei docenti.
Certo esiste la specializzazione, il famigerato TFA, ci ho provato nel 2019, quando ero nel pieno di una crisi depressiva, quando tra gli alunni assegnati alle mie cure avevo una ragazzina con Sindrome di Down e un’altra ragazzina con autismo, quando di anni sul groppone ne avevo ormai 41 e lavoravo a 70 km da casa, con ore e ore trascorse nelle stazioni e sui treni, ma ancora una volta un ministro cambiò dalla sera alla mattina, le modalità di espletazione dei concorsi e i 18/30 conseguiti nella prova preselettiva, che hanno sempre corrisposto alla piena sufficienza, una prova in cui di tutto si parla tranne che di ragazzi, di didattica o di sostegno, sufficienza che fino all’anno precedente garantiva l’accesso mentre quell’anno non bastò più, ma solo in alcune regioni e fra queste il Piemonte, perché eravamo quattromila candidati per 120 posti, mentre nelle Marche, in Campania o in Sicilia, con i posti disponibili più che quadruplicati e i concorrenti più che dimezzati, sarei entrato e anche agevolmente.
Non voglio rubarle altro tempo, l’unico rammarico per quanto mi riguarda, sarà la mancanza del contatto quotidiano con i ragazzi, nonostante io non assuma alcun genere di farmaco, mi sono tirato fuori dalla depressione in poco meno di due anni senza ansiolitici e senza psicologi, con il solo aiuto di mia moglie e dei “miei” ragazzi, sono loro la mia unica medicina, probabilmente sono una vera dipendenza ed è per questo che il non poter lavorare a scuola mi rattrista, ma per questo Stato non esiste alcuna legittima motivazione per non sottoporsi alle terapie sperimentali, non esiste obiezione di coscienza, e tutto ciò, ed è ancora più grave, non esiste per i miei colleghi, i quali ormai sanno solo ripetere le sciocchezze riportate dal mainstream, hanno abolito ogni logica, suicidata la ragione, dimenticato ogni rapporto umano e di reciproca stima o benevolenza, se fino al febbraio 2020 ero considerato un collega degno di encomio, oggi sono il pazzo, l’untore, il complottista, il negazionista, l’irresponsabile e il no-vax, a loro non resta che la pura ipocondria, ma fatta passare per altruismo.
Invece io che a causa delle mie scelte “partigiane” come l’essere vegetariano-fruttariano e tendenziale crudista, il non voler causare sofferenza animale, il non assumere farmaci, alcolici, caffè e tabacco, il prendere il sole ogni qualvolta si presenti l’occasione e lo stare in compagnia dei ragazzi, non prendo un raffreddore o un’influenza ormai da anni pur essendo a stretto contatto con bambini che mettono le dita nel naso, le matite in bocca, starnutiscono, tossiscono, sputacchiano e cercano continuamente il contatto, io sono costretto a rinunciare al lavoro che più adoro.
Questo è il prezzo della coerenza e lo pago più che volentieri, meglio disoccupati che complici, altri pagheranno prezzi ben più salati, ma anche se non pagheranno nulla (almeno in questa vita), potrò sempre guardarli in faccia e stia certa che saranno loro ad abbassare lo sguardo, io mi tengo il vostro disprezzo, ma la vergogna è tutta vostra.