Sono trascorsi appena sei giorni da quando ti ho salutata un’ultima volta, da quando con il cuore in preda agli spasmi di un dolore che sento ancora nel profondo dell’anima, ti ho vista percorrere quel lungo corridoio senza voltarti.

Ero orgoglioso di te, avevi appena concluso con grande brillantezza la tua prova, nonostante l’ansia che certamente ti pervadeva, sei apparsa sicura, luminosa e in pieno controllo della situazione.
Prima di cominciare a esporre le tue argomentazioni, ti sei guardata intorno, mentre preparavi il tuo notebook e uscivi dalla cartellina la tua tesina, hai scrutato i volti intorno a te, forse cercavi un cenno, un modo per esorcizzare l’ansia o semplicemente per vincere l’agitazione, per un momento  i tuoi occhi hanno incrociato i miei.
Ho fatto un cenno per rassicurarti, cercando di infondere in te calma e fiducia nelle tue capacità.
In risposta ho ricevuto un brevissimo sorriso, o meglio, il suo nervoso tentativo, ma ho compreso che eri presente e che di lì a poco, avresti dato il meglio di te.

Hai  cominciato la tua esposizione, come meglio non avresti potuto.
Ho seguito intensamente ogni singola sillaba da te pronunciata, sussurrando di volta in volta, “bravissima!”, “continua così!”, “forza tesoro!”.

Hai stupito tutti i docenti, ecceto me, io sapevo che ce l’avresti fatta.
Dopo aver concluso, hai fatto omaggio della tua tesina a ogni docente e mentre la offrivi anche a me, non ti sarai resa conto delle lacrime che cadevano copiose dai miei occhi.

Prima di lasciarti andare, ho potuto, seppur per un breve istante, abbracciarti.
Hai allontato la tua cara nonna accorsa a darti supporto con un “vai!”, la voce era spezzata dall’emozione.
Ti ho abbracciato come desideravo da tempo, dicendoti che ti volevo bene e che mi saresti mancata immensamente, e i miei occhi si sono nuovamente riempiti di lacrime.

Ti ho potuta stringere a me, con tutto l’affetto maturato nel corso di tre anni in cui, in presenza o a distanza, ho avuto la fortuna di accompagnarti, di poterti osservare e di sentirti vicina.

Continuo a sognare quell’abbraccio, a sentire il tuo odore, a udire la tua voce, a vedere i tuoi occhi lucidi, le tue guance scaldate dall’emozione, la tua bellissima chioma bionda raccolta in una splendida coda, infine a vederti andare via;
e non riesco a darmi pace.

Ho scoperto di non volerti soltanto bene, perché te ne ho voluto sin da subito, ho scoperto non solo di preoccuparmi per te, di pensarti ad ogni ora del giorno e della notte, di avere il tuo volto davanti ai miei occhi quando corro in salita o cammino in discesa, di nominare il tuo meraviglioso nome appena sveglio al mattino, di sognarti durante la notte, di addormentarmi desiderando di stringerti ancora a me.
Ho scoperto non solo di tenere a te, quello lo sapevo già, sin da quando il tuo cuore pieno d’amore giunse inatteso nel Natale del 2021.

Ho scoperto di amarti, di amarti come solo un amore primigenio può permettere, di amarti anche se so di non poterti avere, di amarti anche se non ti potrò vedere, di amarti anche se so di doverti lasciar andare, di amarti solo perchè esisti, di amarti perché sapevo che un giorno ti avrei trovata, di amarti perché non posso non amarti, di amarti come non ho mai amato prima, e questo mi sconvolge.

 

1 commento su “NON POSSO NON AMARTI”

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