Dopo un intero anno trascorso sotto un incessante bombardamento mediatico, sono pochi quelli che possiedono ancora dei neuroni in grado di farli ragionare, tutti gli altri sono stati annichiliti, trasformati in innocui polli da allevamento, inseriti nelle batterie vaccinali, pronti a ricevere il salvifico siero e a sacrificare la propria salute e quella dei propri figli nella convinzione (errata) che in questo modo la salvaguardano, o forse, e sarebbe ancora più stupido, a barattarla in cambio di un illusorio “ritorno alla normalità”.
A nulla serve far presente a queste schiere di zombie che la normalità è già a portata di mano, garantita dalla nostra meravigliosa seppur stuprata Costituzione, almeno finché questa non verrà definitivamente stracciata, al momento comunque per guadagnare la libertà basta spegnere la TV e non modificare le proprie abitudini, come molti di quelli chiamati negazionisti hanno fatto senza perlatro finire in terapia intensiva o al cimitero, ma rimanendo vivi e vegeti a dispetto della pandemia, incluso il sottoscritto.
A nulla serve ricordare loro che la scienza e la letteratura scientifica, a differenza di quanto annunciato a reti unificate in TV e diffuso a caratteri cubitali dalla stampa, offrono dati precisi e ben diversi sulla reale efficacia dei cosiddetti “vaccini”, a fronte dei gravi rischi, infinitamente più grandi rispetto alla possibilità di riportare danni seri a causa del Covid, specie in quelle fasce della popolazione comprese tra gli 0 e i 60 anni, rischi che tutti i vaccini comportano e che si conoscono da almeno 40 anni, lo Stato infatti paga ogni anno centinaia di migliaia di euro per danni da vaccino, ma questo per gli zombie che ormai popolano questo Paese non significa nulla, come non significa nulla avallare con il proprio consenso, la produzione di un farmaco ottenuto grazie all’uccisione di migliaia di feti umani, uccisione è il termine corretto, poiché si tratta di feti ottenuti tramite aborto, non un aborto spontaneo, ma voluto e ottenuto dietro la promessa di un lauto compenso.
A nulla serve menzionare le centinaia di migliaia di medici che hanno espresso grossi dubbi su quesa terapia genica sperimentale e dei numerosi giuristi che si stanno battendo per portare i ricorsi all’attenzione della magistratura, la quale in alcuni casi si è già espressa confermando non solo i dubbi ma anche il comportamento criminale e l’opportunismo mascherato da interventismo sanitario.
Il mio tentativo, di rendere edotti amici e conoscenti, lo faccio sempre, anche se so che non porterà a nulla che non sia commiserazione nei miei confronti e risatine, questo quando va bene, quando va male… offese e insulti, come da tradizione fra persone civili.
L’ultimo avvenimento invece è stato un duro colpo da incassare, un diretto ben assestato, lì dove fa male, allo stomaco, che mi fa propendere per una resa incondizionata, perché a colpirmi è stata una persona cara, madre di tre dolcissime bambine, una delle quali amo profondamente, essendo stato al suo fianco per tre lunghi anni quando facevo sostegno.
Sapere che queste tre splendide bambine, rischieranno la salute e la vita stessa, sottoponendosi a vaccinazione, per qualcosa che a loro non procurerebbe nulla di più fastidioso di un raffreddore e nonostante la natura le abbia dotate di un sistema immunitario efficiente, che alla loro giovane età, non è di certo compromesso, è qualcosa che trascende le mie capacità di comprensione.
Eppure, in risposta alle mie domande e ai miei inviti a informarsi in prima persona, senza delegare a terzi la propria salute e quella dei propri figli, cioè alla TV, ai giornali e a medici schifosamente e palesemente “interessati”, ha sortito un effetto per me inaspettato: la minaccia di denuncia nei miei confronti.
Le minacce non mi hanno mai spaventato, le denunce ancor meno, mi sono difeso personalmente da colossi come Telecom, Wind e Mondadori, senza pagare costosi avvocati, riportando vittorie nette già in fase di istruttoria senza neanche entrare in un tribunale, semplicemente perché studio la legge e conosco i miei diritti e finché opero all’interno della Costituzione, nessuno può commettere abusi e soprusi nei miei confronti o nei confronti dei miei cari e rimanere impunito.
In questo caso non è stata questa donna a pronunciare parole di minaccia e rancore, ma è stata la paura, quella paura che ormai ha preso il controllo delle vite di milioni di persone che come in uno stato di ipnosi, sono pronte a fare le azioni più stupide, come ad esempio indossare una mascherina pur essendo da soli all’interno dell’abitacolo della propria auto, o ad abbracciare il nonno attraverso un telo di plastica trasparente, senza neanche rendersene conto.
Ai miei alunni ho sempre detto di essere immortale, ormai lo sanno anche le pareti delle aule, ma non per raccontare loro una balla o per apparire figo, non lo sono affatto, così come non sono immortale, infatti, come tutti quanti, anch’io un giorno o l’altro abbandonerò questo mondo, la cosa non mi spaventa.
Quando dico di essere immortale mi riferisco alla mia anima, giacché non temo la morte se non quella dell’anima, se temessi la morte non avrei scelto uno sport che si svolge lanciandosi nel vuoto a 1500 metri d’altitudine.
L’unica cosa che temo è la solitudine, ed è quanto la pandemia è riuscita a concretizzare in questo anno e mezzo di follia.
Se dico quel che penso, perdo le amicizie.
Se però fossi stato zitto o mi fossi adeguato, certamente avrei mantenuto le mie amicizie, pur sapendo che in realtà non avrei  potuto più definirle tali, e mi sarei macchiato di qualcosa di ipocrita e meschino, perché come affermava Bertold Brecht “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un criminale“.
Per questo motivo, pur dispiaciuto, traggo una lezione che, onde evitare contraccolpi alla mia di salute, spero di ricordare, a tal proposito mi servirò delle parole di un grande maestro:
 
Non ti intromettere mai nella sofferenza altrui.
L’uomo deve stancarsi di se stesso e bere fino in fondo la coppa di veleno che gli spetta. Non essere presuntuoso e non sperare di poter aiutare tutti, è possibile aiutare soltanto chi è pronto ad accettare l’aiuto. Una persona che soffre vede il mondo attraverso il proprio dolore, e perciò è sorda e cieca. Ognuno si trascina dietro la sua esperienza di vita senza vedere che si tratta di un peso morto.
Se interverrai nella altrui sofferenza, il vortice karmico ti risucchierà in un gioco a te estraneo. Ricorda che l’uomo è capace di contagiare, con la sua sofferenza.
Procedi per la tua strada senza voltarti. Soltanto se stai facendo la tua strada potrai aiutare la gente a rialzarsi.

                                                                                     Satyananda Saraswati

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