Quante volte ti è accaduto, di sentirti sola, incompresa, triste, prigioniera dell’ansia?
Quando ciò accade speri che qualcuno se ne accorga, ti capisca pienamente e ti rincuori.
Adesso immagina di vivere proprio uno di quei terribili momenti.
Stai provando quelle spiacevoli sensazioni, l’ansia, la tristezza l’incomprensione, ma questa volta, accade qualcosa di inatteso, puoi trascendere dal tuo corpo.
Immagina la tua essenza, il tuo spirito, può uscire dal corpo e porsi dinanzi a quella ragazza triste e ansiosa che conosci bene, nessun altro la conosce così profondamente come la conosci tu.
Osservala, in questo momento di fragilità, di sofferenza e tristezza, prova a immaginare cosa puoi fare per lei.
Come puoi confortarla? Come puoi farle capire che non ha nulla che non va? Come puoi farle capire quanto ella sia preziosa?
Perché lo è certamente, su questo non c’è alcun dubbio, solo che il suo subconscio in questi anni le ha sempre ripetuto il contrario, che non valeva niente, che non era all’altezza, non le ha mai concesso fiducia, tenendola imprigionata in uno stato d’ansia. Il subconscio è come un tribunale, al suo interno chi governa è un vecchio, tremendo e intransigente giudice, il cui giudizio è inappellabile, la sua sentenza è sempre di condanna.
Ogni volta che questo giudice la condanna, lei si convince sempre più di essere colpevole e di avere qualcosa di sbagliato.
Quando una parte di lei, quella consapevole, vera, preziosa, cerca di discolparsi, conscia di aver fatto qualcosa buono, meritevole, degno di apprezzamento, il giudice ne sminuisce immediatamente il valore.
Talvolta la parte di lei più preziosa si oppone alla sentenza di condanna e all’interno del tribunale avviene una ribellione.
In quei momenti crescono il malessere, l’ansia e la tristezza, poiché vi è una lotta tra la parte consapevole e preziosa e la parte arrendevole e indolente.
Adesso che conosci il meccanismo che tiene prigioniera la ragazza, puoi provare a fare qualcosa per lei, ma prima la tua essenza può rientrare nel proprio corpo.
Da ora in avanti, ogni volta che il giudice proverà a condannarla o ne sminuirà il valore, sta a te intervenire e farle capire che quel giudizio è sbagliato, che nel mondo esterno quel tribunale non ha alcun potere se non sei tu a darglielo, per questo devi sempre ricordarti quanto sei preziosa.
Se non te lo dice nessuno non significa che non lo sei.
Se te lo dicono in pochi, non significa che lo sei poco.
La mente si nutre del giudizio altrui solo quando è il proprio giudizio ad essere impietoso.
Sei preziosa a prescindere da ciò che gli altri dicono o pensano di te, e lo sei anche se pensi di non esserlo.
Se non te lo dice nessuno, stai certa che molti lo pensano, ma tu gli crederesti?
Se non te lo dice nessuno, comincia a dirlo TU.
Se non te lo dice nessuno, te lo dico io!

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